ALVERNIA ROMANICA
STORIA Dominante il piccolo villaggio di Saint-Arcons-des-Barges, nella boschiva valle della Méjanne, la chiesa di Notre-Dame-de-l’Assomption è menzionata in documenti a partire dal 1234. Era una dipendenza di Sant-Paul-de-Tartas, della quale mostra una notevole somiglianza costruttiva (stessa facciata, stesso portale, stesso campanile). Anch’essa era un priorato dell’abbazia di La Chaise-Dieu, dipendente dalla diocesi di Vivarais. Costruita in epoca romanica, di questa conserva il coro, al quale venne aggiunta o ricostruita la navata in epoca gotica, mentre la facciata fu rifatta nel XV secolo, quando vennero aggiunte le prime cappelle laterali a sud e a nord, a cui fecero seguito altre due cappelle nel XVI secolo.
ARCHITETTURA La chiesa, risalente al XII secolo, è costruita in parte in granito e in parte in scorie vulcaniche rosse e grigie. È costituita da un’aula a navata unica seguita da un coro a terminazione piana, e, similarmente alla vicina Saint-Paul-de-Tartas, è voltata a botte archiacuta su entrambe le parti. Sui fianchi sussistono due cappelle per parte. La facciata occidentale costruita in granito (gneiss di Augen) in muratura ben apparecchiata è massiccia e compresa tra due possenti contrafforti, con scarse aperture, come un edificio fortificato. Essa è divisa in tre registri; quello inferiore delimitato dall’archivolto del portale, con una cornice che prosegue orizzontale lungo i lati della facciata e termina nei contrafforti. Il portale è leggermente acuto e con strombatura a più risalti con modanature semplici. Nelle chiavi di volta di tre delle quattro ghiere sono sculture: uno scudo con lo stemma, sopra al quale è una figura a mezzobusto a mani alzate, infine nella chiave dell’arco superiore una figurina a mani levate con due serpi che le sembrano mordere le parti basse.
Nel secondo registro è una stretta e allungata monofora a strombo liscio avvolta da una cornice sopraciliare che nasce a sinistra e a destra da due lastre, raffiguranti, come a Saint-Paul-de-Tartas, una volpe ed una scimmia. Infine, il terzo registro è occupato dal clocher-peigne (campanile a pettine) a quattro fornici incorniciati in alto, che contiene altrettante campane. Al centro, come ai lati a terminare i contrafforti, è una cuspide. Nel fianco sud, si possono leggere le varie fasi di costruzione grazie ai diversi materiali impiegati. La navata romanica costruita in scorie rosse, probabilmente sopraelevata in epoca gotica quando venne costruita la facciata. Le due cappelle, la prima in scorie rosse, la seguente, successiva, in granito e aperta da un’ampia monofora con trafori trilobati. Nella prima campata una muratura di scorie scure è aperta da una piccola monofora a tutto sesto, che potrebbe essere della primitiva costruzione romanica. L’interno dell’edificio è coperto da una pittura grigia e ocra che va a disegnare sugli archi una falsa muratura. L’aula è coperta da volta a botte archiacuta (berceau brisé), mentre le cappelle sono coperte a crociera. Nella prima campata si erge la tribuna lignea. Nella cappella a sud-est dedicata a Santa Caterina è una vetrata del XIX secolo raffigurante San Pietro e Sant’Arcons, che porta gli stemmi della famiglia Odde de La Tour du Villard, castellani dei dintorni e possessori della cappella signorale.
Foto e testi: Paolo Salvi
BIBLIOGRAFIA:
Régis THOMAS, Martin de FRAMOND, Bertrand GALLAND, ÉGLISES DE HAUTE-LOIRE, Le-Puy-en-Velay, 2015
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